La mia tre giorni nella Tuscia viterbese inizia decisamente per caso quando mio padre, preso da malinconica nostalgia per il suo passato da militare, decide di andare a Viterbo dove aveva appunto svolto il servizio militare negli anni ’70. Mi documento e scopro che la Tuscia viterbese è una zona piena di cose da vedere: alcune più famose, altre meno.

La nostra base è a Viterbo, una viva cittadina il cui centro storico è ricco di stradine dove è bello perdersi, angoletti nascosti e piccoli negozi tipici. Proprio nella centrale piazza delle Erbe abbiamo la nostra base per scoprire i dintorni. Il primo giorno, comunque, lo trascorriamo a Viterbo una vera sorpresa. Il quartiere più bello di Viterbo? Io vi consiglio di perdervi nei vicoli del quartiere San Pellegrino, una meraviglia!
Il secondo giorno lo dedichiamo a Bolsena e a Civita di Bagno Regio. Il borgo di Bolsena, situato su una collina con degli scorci stupendi sul lago omonimo, è uno di quei borghi da vedere: persone affabili e con voglia di chiacchierare e tanti angoli dove scattare fotografie. Bolsena è talmente bello che anche senza essere fotografi provetti, le foto vengono comunque belle. Il castello medievale che si erge nel borgo è davvero imperdibile sia per architettura medievale che per la vista che si ha di tutto il lago.

Dove mangiare a Bolsena? Io vi consiglio uno dei tanti ristoranti lungo lago che fanno specialità di pesce come ho fatto io. Dopo un pranzo direttamente sul lago a base di pesce, ci spostiamo verso Civita, la città che muore. Se siete in zona merita sicuramente una sosta, la vista dal ponte è molto suggestiva, tuttavia il paese è molto turistico ed artefatto quindi consiglio di evitare di visitarlo in alta stagione se, come me, odiate le folle, i droni e orde di persone che si scattano selfie.

Il terzo giorno, dedicato al giardino dei mostri di Bomarzo, a Sant’Angelo e Celleno, è la vera sorpresa. Conoscevo il giardino e rimango molto soddisfatta: una bella passeggiata in un bosco accompagnata da sculture in pietra davvero particolari. Capisco come Salvador Dalì ne sia rimasto affascinato ed ispirato. Il biglietto costa 11€ a persona e ne vale davvero la pena.

Da Bomarzo ci spostiamo verso Sant’Angelo, la città delle fiabe. La particolarità di questo borgo immerso nel verde sono i murales a tema fiabe che si trovano sulle facciate di molte case. Una maniera molto originale per far rivivere un borgo altrimenti quasi disabitato. E’ stato molto bello camminare per le stradine del borgo e cercare di riconoscerle tutte (in paese potete trovare comunque delle mappe dove troverete il nome di tutte le favole!).
Comunque siete in zona non dovete assolutamente perdervi Celleno, il borgo fantasma. Così come Civita anche questo borgo è stato evacuato ma rispetto a Civita è meno conosciuto e quindi l’ho apprezzato di più perché più autentico. Se amate la fotografia qui riuscirete davvero a sbizzarrirvi. Il borgo si trova sulla cima di una collina da cui si riesce a vedere addirittura l’Umbria.
Queste sono solo alcune delle tappe che si possono fare nella Tuscia. Percosi trekking, buona cucina e borghi immersi nel verde: non vedo l’ora di tornare!