Berlino Germania

Gentrificazione a Berlino: triste storia senza soluzione?

Proprio lo scorso sabato sono stata all’ennesima manifestazione che voleva porre l’accento su un problema che affligge la città di Berlino ormai da diversi anni: la gentrificazione. Occasione è stata la chiusura del Rock’n’Roll Herberge uno storico ostello nel cuore di Kreuzberg, dove tutto era volto al non-profitto. Una birra media, ad esempio, costava ancora 2,80€. La solita storia si ripete al momento del rinnovo del contratto. Affitto quadruplicato e il locale, che non vuole aumentare i prezzi per non perdere la propria identità, si vede costretto a chiudere.

Sabato è stata una bella giornata, tanti amici e gruppi di Berlino che hanno suonato sul palco montato per strada, senza nessun costo di entrata. Ma nonostante la bellezza della musica, si poteva anche percepire un certo velo di tristezza. Cosa sorgerà adesso al posto del Rock’n’Roll? La risposta non la sa nessuno ma tutti sembrano certi su alcune possibilità. Un ostello di lusso, un ristorante asiatico vegano, degli studi Yoga o di tatuatori.

Gli argomenti del post

La gentrificazione a Berlino: quali sono le conseguenze?

Il problema della gentrificazione a Berlino sembra non abbia una via di uscita. Locali storici, ritrovo di artisti e musicisti, costretti a chiudere, gru ovunque e murales cancellati. Tantissimi gli sgomberi a cui ho purtroppo assistito negli ultimi anni. Il Syndikat (una storica Kneipe/ Bar di sinistra nel quartiere di Neukölln), il Wagenplatz del Köpi (il campeggio adiacente al Köpi, il centro sociale più longevo della città) il Liebig 34 (l’unico squat anarco-femminista della città), solo per citarne alcuni. Tutti evacuati con un impiego di mezzi di polizia davvero sproporzionato. Durante l’evacuazione del Wagenplatz del Köpi i km di camionette della Polizei si vedevano anche da casa mia (abito a circa 4 km dal Köpi). Il tutto volto al ripulimento e all’abbellimento della città che, invece, secondo me è sinonimo di omologazione, appiattimento e bruttura.

Qual è una delle conseguenze più immediate della gentrificazione a Berlino? Il proliferare di ristoranti asiatici, che si possono comunque evitare, e l’aumento dei prezzi nei bar e nei locali sono solo problemi marginali. Grave è la questione degli affitti sempre più alti e di appartamenti o stanze quasi introvabili se si vuole rimanere dentro il ring (zona A). Il caro-affitti è direttamente collegato a quello della gentrificazione a Berlino e ha come conseguenza che sempre più persone devono lasciare il centro della città per potersi permettere un affitto dignitoso. Se ti interessa il tema degli affitti a Berlino, trovi il mio articolo qui.

La gentrificazione a Berlino e i murales

Tanti sono i murales cancellati e famosa qui a Kreuzberg è la storia dei graffiti dell’italiano Blu. Con i suoi murales Blu aveva reso celebre questo quartiere. Due opere di street art di Blu giganteggiavano a Kreuzberg in Cuvrystr (zona Schlesisches Tor). Visto il piano di riqualificazione edilizia della zona e la realizzazione di un orribile quartiere residenziale con appartamenti di lusso, Blu ha deciso di cancellare questi murales iconici perché comunque ormai lontane dal contesto urbano in cui erano nate. Se ti interessa l’argomento street art a Berlino, leggi il mio articolo a riguardo.

Il referendum per l’esproprio degli affitti

A settembre 2021, in concomitanza con le elezioni federali, i berlinesi sono stati chiamati anche a votare per un referendum  che proponeva l’esproprio di 200 mila alloggi. Il referendum, pur non vincolante legalmente purtroppo, ha dato comunque un’indicazione di una chiara volontà dei cittadini. La vittoria del si è difatti stata schiacciante.

Gli alloggi sono proprietà di circa dieci grandi società immobiliari, che possiedono ciascuna più di tremila appartamenti. La più grande, Deutsche Wohnen, ha dato il nome alla campagna che ha promosso il referendum, intitolata DWE – Deutsche Wohnen Enteignen (Espropiare Deutsche Wohnen). Le altre società sono Vonovia, Ado, Covivio e Akelius più alcune minori.

Gli attivisti di DWE accusano giustamente i grandi proprietari immobiliari di essere responsabili di un aumento degli affitti incontrollato, problema che afflige particolarmente una città come Berlino, dove la maggioranza della popolazione vive in affitto. E, se si guardano le statistiche, è proprio così, visto che gli affitti aumentano sempre più senza una legge che li controlli.

Da settembre 2021 ad oggi non è cambiato nulla a livello di affitti e di politica. Le grandi società immobiliari non sono state espropriate e si spera ancora che la politica si attivi in questo senso. Io, per ora, sento solo parole e aspetto i fatti anche se sono molto pessimista in questo senso. E chiudo con una domanda: cosa rimarrà di Berlino, il cui fascino è sempre stata la sua subcultura, quando proprio i ritrovi di artisti e musicisti verranno chiusi? I ricchi vorranno ancora venire a vivere qua? O Berlino diventerà l’ennesima Londra che ormai ha perso il fascino che aveva negli anni ’70 e dove si lavora solo per potersi permettere di vivere in maniera dignitosa?

Potrebbe piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.